:: ARCHITETTURA |
||
L’AVANGUARDIA CECA E IL MOBILE CUBISTA
|
||
|
||
L’esperienza cubista ceca che nei primi vent’anni del Novecento entusiasmò gli architetti avanguardisti, coinvolse anche la progettazione di mobili e l’arredamento di interni. I giovani artisti che scelsero di espandere la loro visione cubista all’ambiente considerato nella sua totalità, furono gli stessi architetti, riuniti nel gruppo SUV, che in quegli anni progettavano le architetture cubiste: P. Janak, J. Gocar, V. Hofman e O. Novotny. Nel 1912 le Officine artistiche praghesi (Prazske umelecke dilny o PUD) cominciarono la produzione di mobili e complementi d’arredo sul ![]() Il mobile cubista venne esposto per la prima volta a Praga durante una mostra del gruppo SUV e nel 1914 fu presentato alla mostra del Werkbund di Colonia. La prima guerra mondiale interruppe l’attività del gruppo che si sciolse nel 1916. In pochi anni l’intera produzione delle PUD, avviata in maniera così promettente, cadde nel dimenticatoio e l’esperienza cubista fu giudicata dai suoi stessi protagonisti come «un tremolio momentaneo e non troppo responsabile avente lo scopo di sfuggire le insicurezze che si erano venute accumulando... un episodio estetico dal fiato corto». Solo negli anni sessanta alcuni critici rivalutarono in maniera positiva quest’episodio che, per la sua originalità, non ebbe pari nella stagnante architettura europea dell’epoca. Fu così riconosciuto il valore di quest’orientamento artistico del tutto sconvolgente che, rappresentando una tappa fondamentale nell’evoluzione dello stile architettonico dallo Jugendstil al funzionalismo, diede alito a gran parte dell’architettura contemporanea. ![]() Gli arredi disegnati da Janak nel 1910-1911 rappresentano molto chiaramente la fase embrionale dell’evoluzione del mobile cubista. Dopo un’attenta analisi emergono differenze notevoli nell’impostazione dei mobili contenitori rispetto a quella delle sedute: queste due categorie di arredo parlano linguaggi artistici completamente diversi. La concezione della libreria e dell’armadio è sobria, concisa, si potrebbe persino parlare di prefunzionalismo. Janak scompone gli elementi costruttivi, li mette in evidenza e li separa dalle parti di riempimento. Libreria e armadio sono realizzati in legno tenero, trattato e rifinito con una patina di vernice opaca in una tonalità molto chiara di grigio che riprende la scala cromatica della prima pittura cubista. Molto più radicali sono invece i progetti per sedie e scrivanie. Nelle sedute e nelle poltrone, Janak spezza la linea di braccioli e gambe tramite la forma triangolare, gli intagli cuneiformi e gli spigoli obliqui. La sperimentazione cubista è ancora più evidente quando si osserva la struttura delle scrivanie, dove le proporzioni degli angoli nella cornice rettangolare sono state talmente alterate che il piano d’appoggio diventa un rombo. Janak riesce in questo modo a drammatizzare la composizione, esprimendo tutta l’inquietudine e l’ansia di questa prima fase sperimentale. L’interno progettato per la famiglia Jakubcová nel 19 ![]() L’arredamento della camera per il pittore Pravoslav Kotík, progettato negli anni 1913-1914, rientra già nella terza fase dell’arredamento cubista. Janak elaborò l’interno cercando di seguire uno spirito unitario: lavorò con la composizione dei numeri dispari, cercando una coerenza tra le singole parti per creare un insieme matematicamente integrato. I contenitori sono costruiti sul calcolo numerico tre-cinque-sette che ricorre nella pianta pentagonale della stanza, nell’ornamento triangolare dei cunei delle porte e nella decorazione a ettagono irregolare di queste ultime. La composizione dell’armadio manifesta chiaramente le intenzioni dell’architetto: sulle superfici esterne, formate da liste e parti rientranti, emerge tutta l’ansia cubista di scoprire ed esprimere la quarta dimensione. Gocar cominciò a progettare mobili sotto la pesante influenza dell’architetto viennese Josef Hoffmann. Nel 1912 disegnò l’arredamento per lo studio medico del prof. Deyl per il quale scelse uno stile molto prossimo alle forme e ai tipi tradizionali. Nello stesso anno progettò gli interni dello stabilimento termale a Bohdanec e, con questi raffinati arredi, dimostrò di aver già superato la fase sperimentale del cubismo. Dal 1912 al 1913 Gocar lavorò al progetto per la propria casa, disegnando l’arredamento della sala da pranzo e della camera da letto. L’architetto si dedicò con attenzione particolare alla credenza, che fu preceduta da due studi: il primo del 1912 è più sobrio, mentre il secondo è molto radicale, con un pesante supporto formato da due frontoni piramidali. Il progetto finale rappresenta una via di mezzo tra le due ipotesi precedenti. Il movimento dinamico della materia si irradia da un punto in profondità, dove si incontrano le ante, verso le superfici più esterne e verso il frontone spezzato in alto. Gocar non si fermò all’elaborazione delle parti frontali della credenza e dei comò, ma penetrò all’interno dell’oggetto riuscendo a plasmarlo con l’aiuto dei piani spezzati e delle parti superiori in vetro. Le PUD dovettero risolvere molti problemi strutturali per soddisfare le richieste del progettista. Gli spigoli spezzati furono ottenuti in modo falso: sono vuoti, buccia di materia, perché altrimenti i mobili sarebbero stati pesantissimi. ![]() Questo fu probabilmente l’ultimo caso in cui Gocar fece esperimenti con le forme cubiste, poiché nel 1914 avvenne in lui, come in molti altri architetti del gruppo, un cambiamento che lo portò a rivalutare tutte le ricerche precedenti. Dopo la prima guerra mondiale, il SUV si sciolse e la via cubista fu abbandonata nel tentativo di creare uno stile nazionale cecoslovacco. |
||
Uscita nr. 76 del 20/12/2016 |