:: RECENSIONI  
  “Tipi da non frequentare” un libro di Annalisa Bruni
Cesare Granati
     

 

 

annalisa bruni tipi da non frequentare.jpg“Entrare nella mentalità dell’altro, ascoltarne le ragioni, tentare di comprenderle, sperimentarne la quotidianità senza falso ecumenismo, …, ti sembra utile, importante.” Come un film di Loach permette a una delle protagoniste dei venti racconti che compongono l’opera di Annalisa Bruni di entrare nella vita dell’altro, così “Tipi da non frequentare” ha permesso al sottoscritto di esplorare un mondo sconosciuto. Le donne single, o zitelle di ritorno, sono mostrate durante l’attività che, leggendo il libro, appare la più indispensabile e la più dolorosa: conoscere uomini altrettanto single, o presunti tali, e restare inevitabilmente deluse. A volte, devo ammetterlo, mi hanno irritato. Ma come? Non ne va bene neanche uno di questi tipi poco raccomandabili? Per lo più si parla di uomini soli, come le signore protagoniste, decisamente insicuri e tristi. Giunti ai 50 o 60 anni, dopo una vita travagliata, fatta di successi e fallimenti, non è una compagnia piacevole e rassicurante quello che serve? È davvero possibile ritrovare il grande amore, tornare adolescenti non solo nelle speranze ma anche nei sentimenti? Io ho ancora tempo per scoprirlo, prima devo sposarmi, fare figli e separarmi, ovviamente per colpa mia, e diventare un tipo da non frequentare per sperimentare sulla mia pelle il dubbio amletico dell’amore romantico over 50. Per ora, prendo umilmente atto che essere donna è una faticaccia: primo per colpa degli uomini, secondo per colpa delle donne. Che siano giornalisti sovrappeso e maleducati, o baristi palestrati e ammiccanti, la popolazione femminile deve difendersi di continuo. Nulla è come sembra, di fronte alle protagoniste del libro si susseguono personaggi grotteschi e, quando invece sembrano quelli giusti, si rivelano anche peggio. Molto, troppo fumo a coprire portate di qualità scadente e spesso avariata. Ma anche le donne hanno le loro colpe, non solo quella di non accontentarsi mai che, mi rendo conto, è una semplificazione banale (ma non per questo del tutto inesatta). Frequentare uomini sposati perché sono gentili e sessualmente stimolanti, attraversare il mondo per vacanze di piacere con qualche “guida” esotica, farsi una sveltina con un collega per placare la noia… comportamenti poco edificanti, maschili per certi versi e meschini. Comportamenti che non danno vero piacere, ma che scaraventano il genere femminile in un’esistenza banale e, concedetemelo, non all’altezza della grazia, bellezza, intelligenza che la maggior parte delle donne che conosco mi dimostrano ogni giorno.

Annalisa Bruni ci presenta venti racconti brevi, ognuno dei quali prende il titolo in base alla tipologia dell’uomo sbagliato che la protagonista dovrà sopportare. Le controparti maschili sono tipi. Mancano spesso di spessore. D’altronde, oltre che un modo per conoscere le protagoniste, questo libro si presenta anche come un catalogo. Gli uomini dunque diventano simboli, rappresentanti di una categoria. “Artista fallito”, “Compagno di università”, “Sconosciuto”… Un modo per mettere in guardia le signore sui rischi di un’avventura con un certo tipo di uomini (o con gli uomini in generale). Le protagoniste sono più sostanziose. Hanno una personalità ben definita, hanno quasi tutte idee politiche di sinistra, amano la cultura, il buon vino e prendersi cura del proprio corpo. Come le descrizioni dei luoghi, particolareggiate e realizzate con una prosa visiva, pungente e brillante, così la presentazione delle protagoniste riesce alla perfezione all’autrice, donna che ha vissuto gli anni della speranza politica e sociale, le lotte femministe e oggi è funzionaria della Biblioteca Nazionale Marciana. L’arma più potente della Bruni è l’ironia. È grazie all’ironia che riesce a mantenere l’attenzione del lettore sempre alta, passando da una situazione a un’altra completamente diversa, parlando di futilità e gravi problemi esistenziali. E forse è l’ironia anche l’unica arma che le donne hanno per difendersi dai colpi inferti loro dalla vita. Non si spezzano mai queste signore di età variabile, di ceto variabile, ma tutte con caratteri forti, pur essendo creature sensibili.
La forma del libro, una raccolta di racconti, lo stile della prosa, incalzante senza mai risultare frettolosa, richiamano il contenuto e il messaggio dell’autrice. Le donne, come i racconti, sono tutte diverse pur essendo simili; sono uniche. La loro vita è sempre più frenetica ma non smettono di dare attenzione ai propri sentimenti, ai propri sogni. E se le troviamo sconsolate o prive di speranza, è solo per difendersi dal mondo, e basta un particolare, uno sguardo, una voce, per riaccendere il desiderio così come il ritmo narrativo.

In conclusione Annalisa Bruni si dimostra scrittrice sapiente, domina la forma narrativa del racconto, riesce a essere divertente e non diventa mai banale. “Tipi da non frequentare” è un libro da leggere, per ridere, riflettere e capire meglio la vita di donne che nelle classiche ripartizioni della società sono spesso ignorate. Alla televisione, quando vengono snocciolati i preoccupanti dati di questo periodo di crisi, sentiamo parlare di giovani, studenti, famiglie, anziani… ma mai di donne sole. Ci sono e sono tante. Dopo aver letto questo libro ne saprete qualcosa di più: se siete uomini, non potrete dire di averle capite, ma almeno farete qualche passo avanti (perdonateci signore, ma il cromosoma Y è un brutta bestia). Se siete donne, oltre a vedere i difetti di decine di conoscenti messi nero su bianco, oltre a consolarvi perché non siete sole come credevate, avrete anche modo di constatare che il tipo giusto esiste. Infatti il libro si apre con una dedica alla mamma dell’autrice e si chiude con un ringraziamento a quello che pensiamo esserne il compagno. La madre della Bruni ha frequentato un solo tipo per tutta la vita e la scrittrice ne ha trovato uno anche per sé. Le uniche due donne reali al cento per cento di cui conosciamo i tipi, quello giusto lo hanno trovato. Quindi “ognuno è artefice del proprio destino” e questa è una fortuna non da poco, per gli uomini e per le donne.

 

Uscita nr. 51 del 20/11/2013