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  Dove osano le idee. XXVI Salone Internazionale del Libro
Cesare Granati
     

 

 

Salone_internazionale_del_libro_2013.jpgLe idee osano nella rete. Il salone Internazionale del Libro 2013, svoltosi a Torino dal 16 al 20 maggio, ha mostrato al mondo della cultura che gli editori, grandi e piccoli, hanno finalmente preso coscienza della profonda trasformazione mediale in atto. L’uso dei nuovi mezzi di comunicazione per diffondere letteratura non appare più come un pericoloso abbassamento dell’idea stessa di cultura, ma è considerato l’unico mezzo valido per avere un ruolo importante nella società del futuro. Gli interrogativi restano molti ma il modo per dare una risposta valida è uno solo: conoscere e innovare. Tra i problemi più spinosi da risolvere per chi edita parole in questo oceano di informazioni che è il web, c’è sicuramente la questione dei diritti d’autore. A Torino l’argomento è stato affrontato in modo chiaro ed è stato dimostrato come l’aspetto più preoccupante è la lentezza degli organi legislativi, ancora rivolti ad un sistema comunicativo superato, rispetto alle innovazioni che si susseguono rapidamente. Nascono nuove piattaforme online dove ogni individuo può creare costantemente User Generated Conent (UGC, contenuti generati dall’utente) che sfuggono spesso alle norme vigenti riguardo ai diritti d’autore. Colossi come Facebook si appropriano di scritti, immagini, informazioni senza che l’utente ne abbia consapevolezza e riutilizzano questi contenuti per ricavarne guadagno. Informarsi e leggere sempre quello che, con un semplice clic, firmiamo è l’unico modo per tutelare se stessi e quello che condividiamo in rete. Se l’utilizzo di questi social media è gratuito, non è per un’innata vocazione alla condivisione, ma perché la merce siamo noi.

Le insidie nascoste tra le righe dei contratti proposti da Facebook & co. non devono intimorire chi si occupa di cultura. I social media sono un mezzo potentissimo per farsi conoscere. La difficoltà di vendere prodotti di qualità online può essere superata grazie alle conoscenze delle generazioni che si affacciano oggi nel mondo del lavoro. Una casa editrice mitica nel panorama nazionale è Minimun Fax. Una delle poche case editrici indipendenti che riesce a coniugare qualità del prodotto e bontà del profitto. Come? Oltre ad intuizioni editoriali importanti, come pubblicare per primi gli scritti di un certo Roberto Saviano, hanno da sempre puntato molto sulla interattività tra loro e il pubblico. I social media sono stati importanti per ampliare questa strategia comunicativa. Minimum Fax, grazie ai propri (giovani) esperti, non solo esiste fisicamente, ma vive un’esistenza digitale su Facebook e Twitter. Grazie al social network di Zuckerberg, porta il proprio pubblico nei suoi uffici mentre sfrutta i 140 caratteri di ogni singolo cinguettio per raccontare in tempo reale le proprie iniziative e va anche oltre. Di recente ha pubblicato una storia a puntate, già edita dal New Yorker e tradotta in italiano, che la scrittrice Jennifer Egan aveva pensato proprio per questo tipo di pubblicazione. Ogni giorno durante la pausa pranzo i followers possono leggere una parte del racconto. Questo non porta un guadagno immediato ma avvicina pubblico ed editore e ingolosisce il lettore.

Un'altra grande possibilità offerta dalla rete è una maggiore libertà nella modellazione di un messaggio. L’intrattenimento offerto grazie alle nuove tecnologie, e in particolare quello che si trasmette attraverso gli schermi che circondano continuamente gli esseri umani, ha confuso chi si occupa di letteratura. Un romanzo non è solo intrattenimento, la cultura può costare fatica. Guardare un film, se è di qualità effimera tanto meglio, ascoltare una canzonetta pop è semplice, costa poco e diverte. Non si può e non si deve confondere letteratura e intrattenimento, ma è possibile cambiarne l’abito per mantenere le qualità intrinseche del messaggio pur volendo giungere a diverse fasce di pubblico. L’audiolibro è un medium nuovo per comunicare la letteratura, può avvicinare alla lettura e contemporaneamente essere un modo nuovo per gli appassionati di rivivere un romanzo già letto. GoodMood Edizioni Sonore, leader del settore, ha presentato a Torino un’importante iniziativa. Quest’estate, sulle spiagge di Cervia e di Milano Marittima, sarà possibile scaricare gratuitamente due audiolibri connettendosi alla rete offerta dagli stabilimenti balneari ai turisti. In questa operazione commerciale si possono individuare due importanti elementi innovativi. Da una parte la volontà dell’amministrazione locale e degli imprenditori della zona di rendere il territorio connesso alla rete e dall’altra la capacità di una casa editrice di sfruttare appieno le possibilità date dal web per diffondere un prodotto nuovo e che trova nell’esistenza digitale la forma più adatta per diventare un medium di successo.
Un’altra casa editrice che produce audiolibri è Emons: audiolibri. Molto attiva durante la fiera ha presentato diversi eventi. La forza principale di questa realtà editoriale è la qualità delle voci narranti. Emons associa ai grandi capolavori della storia letteraria le voci di attori, scrittori e cantanti. Uno di questi è Francesco De Gregori che a Torino ha presentato la versione audio di “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad. Un’occasione per parlare del suo rapporto con la letteratura e per esplorare un messaggio quanto mai attuale come quello racchiuso nel capolavoro di fine Ottocento: i demoni che dobbiamo temere non sono nascosti nel cuore della giungla ma sono dentro di noi; è l’uomo occidentale, ossessionato dalla ricchezza e dal potere, il vero demone che il mondo deve temere.
Un’altra iniziativa di Emons è stata la lettura di alcuni brani da “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” di Emilio Gadda compiuta da Fabrizio Gifuni per presentare l’audiolibro appena uscito sul mercato. Più teatrale di De Gregori, e non potrebbe essere diversamente data la bravura di questo straordinario attore, Gifuni è stato eccezionale e ha mostrato al pubblico come forme d’arte differenti si confondono se maneggiate da un grande  interprete. Gli abbiamo rivolto alcune domande per conoscere i suoi segreti di attore, la sua opinione riguardo agli audiolibri e il suo amore per Gadda.

Per un attore, quali sono le differenze principali tra l’interpretazione di un copione per uno spettacolo teatrale o per un film rispetto alla lettura di un grande romanzo?

Le differenze sono tante. Già lavorare ad un film rispetto che ad uno spettacolo teatrale rappresenta un lavoro complessivamente diverso anche se, alla fine di tutto, quello che resta è il lavoro da attore. C’è un denominatore comune che è quello che l’attore mette in campo, che lo lega a questi testi, la sua curiosità, la sua passione. Per quello che riguarda la lettura di un audiolibro tutto sembra essere rimesso esclusivamente nella voce, in realtà tutto il corpo viene investito com’è in teatro. Io credo che leggere ad alta voce dei testi, anche non destinati al teatro, sia un’esperienza molto emozionante e ricca di sorprese.

Gadda era un funambolo della lingua. A livello linguistico, cosa si guadagna ad ascoltare il romanzo e cose si perde, se si perde qualcosa, rispetto ad una lettura più intima?

Cosa si perde non lo so, anzi io credo che non si perda nulla. Si può leggerlo anche con gli occhi e a bassa voce. Io credo che in testi particolarmente complessi, una lettura ad alta voce dia la possibilità di aprire le maglie del testo, comprenderlo maggiormente e inoltre io credo che sia un’operazione profondamente organica al testo. Le parole non si depositano miracolosamente su una pagina ma provengono dal corpo degli scrittori, quindi leggerle ad alta voce significa strapparle dalla pagina scritta e rimetterle in verticale, significa riportarle nella loro sede originale, farle tornare nuovamente corpo e carne.

Lei ha incontrato Gadda a vent’anni. Con un autore così importante ma anche così complicato è stato amore a prima vista o ha dovuto conoscerlo?
 
È stato amore a prima vista perché il romanzo era “Quer pasticciaccio”. Forse se avessi incontrato qualche altra opera più complessa nell’immediata fruizione le cose sarebbero andate diversamente, non lo so, fatto sta che la lettura a vent’anni del “Pasticciaccio” mi ha folgorato, è stata un’esperienza che ricordo con grande chiarezza ancora oggi, da lì è iniziata una febbre che mi ha portato a leggere tutto Gadda e fortunatamente c’è tanto, perché Gadda ha lascito tantissimo.

Letteratura come folgorazione. La cultura come evento significativo nella vita dell’individuo. Perché queste siano esperienze comuni ai più, la cultura e i libri devono continuare a essere una presenza costante nella vita delle persone. Attraverso le parole è possibile istruire, comunicare la Storia, entrare in una cultura diversa dalla propria, viaggiare con la fantasia, non dimenticare mai valori quali la giustizia, la libertà e l’amore. La Rai alla fiera del libro ha presentato la creazione di un portale web perché in ogni momento qualunque utente possa risalire a discussioni letterarie avvenute in TV o in Radio, individuare un titolo sfuggito durante la diretta, conoscere un autore.
Ovunque oseranno le idee è fondamentale non restare mai senza parole. Un grande scrittore italiano ci ha raccontato come di fronte alla più tremenda delle ingiustizie perpetuate dagli essere umani sui propri simili, fosse fondamentale non smettere mai di raccontare, di trovare le parole. Primo Levi è oggi lo scrittore italiano più tradotto nel mondo, le sue parole sono immortali e non smetteranno mai di raccontare il dolore, l’ingiustizia, ma anche lo spirito di unione degli uomini di fronte all’abisso. Al salone internazionale del libro giovani provenienti da paesi diversi hanno letto dei brani tradotti dai maggiori scritti di Primo Levi. Questo è il più grande tesoro che ogni produzione culturale porta con sé: unire persone diverse intorno ad un sentimento comune. Le idee, ovunque ci porteranno, non dovranno mai smettere di camminare sulle gambe delle persone, che viaggino portate da un corriere piuttosto che dentro ad una mail.

 

Uscita nr. 46 del 20/06/2013