:: DIARI DI VIAGGIO  
  JAÉN
Anna Valerio e Luigi la Gloria
     
 

Lungo il percorso da Granada a Jaen il paesaggio è dolce, collinare e si vedono solo ulivi piantati con regolarità riuniti a tre a tre insieme per consentire una crescita tale da non doverli potare. Sono estensioni inimmaginabili, perfettamente curate con il terreno pulito come richiede quella coltivazione. Questa regione è la maggior produttrice di olio del mondo, seguita dalla provincia di Cordova e Siviglia.
137 Jaen cattedraleArriviamo alle 9.30 a Jaén in una giornata fredda e ventosa ma, per fortuna, non piove. La città si trova a 500 m slm. Facciamo sosta proprio davanti alla cattedrale in piazza Sta Maria. La città è molto antica, sorge sul sito di un insediamento del periodo neolitico e successivamente iberico. Fu distrutta dai romani, che la punirono per l’appoggio dato ai cartaginesi durante la seconda guerra punica. In epoca successiva fu conquistata dagli arabi e denominata Yayyan (crocevia delle carovane) e si mantenne un caposaldo arabo dal VII fino al XII sec. Dopo la “reconquista” da parte di Ferdinando III il santo, nel 1246, che ne fissò il toponimo in Jahen, entrò a far parte dei territori assegnati ai nobili che sostenevano il nuovo regno spagnolo e fu da allora zona di latifondi. Ma il suo momento di maggior splendore lo conosce nel rinascimento che è anche il periodo di costruzione della superba cattedrale intitolata alla Vergine Maria Assunta.
La città è sede di una famosa fiera, la Feria de San Lucas che si celebra nella settimana dal 12 al 18 ottobre (giorno in cui si festeggia uno dei due patroni: San Luca evangelista). E’ l'ultima grande feria popolare dell'anno andaluso e naturalmente si tengono corride, concerti, si allestiscono stand alimentari con balli e attrazioni varie che richiamano moltissima gente.
La cattedrale, splendido capolavoro rinascimentale, fu costruita tra la metà del XVI sec. e la fine del XVII sec. su progetto di Andrè de Vandelvira che (architetto tra i più importanti del rinascimento spagnolo, 1509-1575, discepolo di Diego de Siloé) in quest’opera manifestò tutta la sua audacia architettonica.  Siamo davanti infatti ad uno degli esempi più belli di architettura rinascimentale andalusa.
In epoca Al-Andalus in questa sede si trovava la moschea sopra la quale, con Ferdinando III, si cominciò a costruire il santuario in stile gotico, pensando inizialmente di dedicarlo all'assunzione della Vergine e successivamente allo scopo di ospitare la reliquia del Santo Volto del Cristo o Santo Rostro che la rese un luogo di pellegrinaggio molto frequentato. Sorprende la sua grandezza comparata alle dimensioni della città ma, sin dalla sua costruzione, fu concepita per contenere le migliaia di pellegrini che provenivano da tutta la Spagna e dall'Europa appunto per visitare la reliquia. La straordinaria facciata è barocca, opera di Eufrasio López de Rojas ed evoca le facciate tipiche dei grandi palazzi; presenta nove statue tra cui si riconosce re Ferdinando III il conquistatore e poi gli evangelisti, i padri della chiesa, l’Assunta e alla destra S. Catalina, la patrona di Jaen. Ma ciò che rende inconfondibile la cattedrale sono i balconi che la circondano su tre lati, sia all’esterno che all’interno, che ne fanno un esempio di architettura più civile che religiosa.
Nell'interno, davvero spettacolare, si possono ammirare il transetto, capolavoro di Pedro del Portillo e Juan de Aranda, i pregevoli stalli in noce del coro del XVI sec. per il capitolo religioso, i  nobili e le autorità civili. La volta è interamente in pietra scolpita e non in stucco. Alcune delle opere d’arte più significative della cattedrale sono un ostensorio in argento, bellissima opera barocca adornata di tintinnanti campanellini, una splendida Madonna di Alonso Cano, una Pietà di Hosè de Mora con angeli piangenti atipici perché senza ali dei quali ne restano solo 2 poiché gli altri sono stati portati a Murcia. E la famosissima Virgen de la Leche.
Come abbiamo detto, la caratteristica che rende questa chiesa unica sono i balconi interni, uniti tra loro da un corridoio che era la via di accesso per 26 camere riservate al ricovero dei civili che arrivavano qui in pellegrinaggio per vedere la miracolosa tela del Sacro Volto, il tesoro più prezioso della cattedrale. Si narra che la Veronica, sulla via del Calvario, detergesse il sudore dal Volto di Cristo con una tela, piegata su se stessa tre volte, sulla quale rimase impressa l’immagine del sacro volto ripetuta appunto per tre volte. Di questa tela una parte si conserva a Roma, una ad Alicante e la terza è qui. Un tempo veniva esposta due volte all’anno il 15 agosto (S. Maria Assunta) e il venerdì santo. In queste date la cattedrale e la città si riempivano di pellegrini. I sacerdoti, durante il rito dell’esposizione, salivano sulle balconate interne della cattedrale e mostravano la tela sia dai balconi interni (ai fedeli presenti in chiesa) che da quelli esterni corrispondenti (ai fedeli che non erano riusciti ad entrare). Oggi invece, poiché il numero di pellegrini si è ridotto notevolmente, si mostra ogni venerdì, per 52 volte all’anno, direttamente dalla cappella.  
Uscendo nella piazza e dando le spalle alla facciata si può vedere in alto, a dominare la vallata, il castello di S. Catalina e una croce che protegge la città piantata, si dice, là dove Ferdinando III infisse la sua spada.

142 salendo al castello          145 la torre

Il Castello fu eretto sulla cima del Cerro de Santa Catalina a 800 m slm. E’ raggiungibile in circa 45 minuti di cammino con una bellissima passeggiata tra i pini, oppure in circa 10 minuti in auto. Il 25 novembre i fedeli salgono dalla città a piedi fino in cima, portando in processione un pasos con la Santa. Del castello rimangono solo ruderi in parte restaurati. È possibile visitare il maschio, la cappella dedicata alla Santa, tutta argento e oro, e le segrete dell’antica fortezza. Ma è il panorama che si gode da lassù la maggior attrattiva. E’ solo dalla sommità del Cerro che, ammirando l’intera città di Jaén, si può davvero cogliere la grandezza e la magnificenza della cattedrale mentre intorno la cornice è data dalle colline con gli ulivi e in fondo i contrafforti della Sierra de Jabalcuz.

148 cattedrale dal castello          144 che vista

 

 

 

Uscita nr. 38 del 20/10/2012