:: CULTURA | ||
DONNA ANGELO E FEMME FATALE: LA MALEDIZIONE SPIETATA DI TIM BURTON Cesare Granati |
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La letteratura fu specchio di questa società ma fu anche il luogo nel quale dare sfogo agli elementi del sentire umano che da essa erano repressi. Le passioni sarebbero state liberate dall’avvento del Romanticismo, che poneva al centro del mondo l’essere umano e le sue emozioni, ma già a metà ‘700 questa spinta emotiva diede i suoi frutti. Il romanzo gotico anticipò le istanze romantiche e fu da subito un genere letterario controverso. Lo stile aulico e quello comico si fondevano in esso che, pur seguendo il procedimento formale del novel, dava sfogo all’io più profondo e alle passioni più nascoste dell’animo umano, accompagnando i lettori, e in particolare le lettrici, in castelli oscuri, prigioni-convento, cunicoli intricati e foreste terrificanti. L’elemento sovrannaturale, fosse esso uno spettro o satana in persona, incombeva sulla vita dei protagonisti; il Bene e il Male si sfidavano per l’animo di una fanciulla e i cattivi, tormentati e schiavi dei loro stessi peccati, precipitavano in un vortice di dannazione. Il percorso del romanzo gotico, di cui “Il castello d’Otranto” (1764) di Horace Walpole è universalmente considerato il capostipite, si concentrò sempre più sull’analisi del villan, il cattivo, e l’esito dello scontro tra forze del male e forze del bene si fece sempre più indefinito. Di fianco a grandi autori si cimentarono in questo genere anche scrittori mediocri che erano ingaggiati dalle case editrici per creare dei prodotti di sicuro successo, sempre più violenti e terrificanti, e regolati da una serie di cliché che permettevano al pubblico di spaventarsi senza impegnarsi troppo. Con le sue ambientazioni tetre, gli avvenimenti fantastici e i personaggi faustiani non risulta difficile capire perché il gotico divenne anche un genere teatrale di grande successo nel corso del XIX secolo. Da qui al cinema il passo è breve. I titoli di romanzi gotici trasformati in film di successo sono molti e anche le opere cinematografiche originali di stampo gotico abbondano nella storia del cinema. Tim Burton è uno dei registi contemporanei che più spesso ha dato vita a favole gotiche, da “Edward Mani di Forbici”, fino appunto a “Dark Shadows”. Lo ha fatto capovolgendo alcuni aspetti tipici del genere e rielaborandone altri a suo piacere. Non fa eccezione il suo ultimo lavoro. L’aspetto più interessante riguarda le due donne che causano, in modo differente, le disavventure del vampiro protagonista del film. Una ha l’aspetto della donna angelo, dell’eroina sensibile e con una grande immaginazione, vittima designata del villan. L’altra è una femme fatale, una strega, spudorata e seduttrice, ossessionata dall’oggetto del suo amore, un amore impossibile. Il film, rivisitazione di una nota serie tv degli anni sessanta e scritto da Seth Grahame-Smith, inizia con il racconto delle disavventure di Barnabas Collins (Johnny Depp), il rampollo di una nobile famiglia inglese che a metà del ‘700 si era trasferita in America e, dopo aver avviato una fortunata azienda ittica, aveva fatto costruire un grande maniero in stile gotico intorno al quale era sorta la cittadina di Collinsport. Dopo aver sedotto la sua domestica, ammette di non amarla e inizia a corteggiare un’altra donna. Purtroppo per lui Angelique (Eva Green) non è una semplice cameriera, ma una strega. Dopo aver ucciso i suoi famigliari e la sua amata, lo trasforma in Vampiro. Gli abitanti del villaggio lo seppelliscono vivo e Barnabas si libererà da questa prigione solo duecento anni dopo. Il film è incentrato sulla lotta tra Barnabas e Angelique. Il primo vuole riportare in auge il nome della propria famiglia e liberarsi dalla maledizione che lo affligge, la seconda vuole distruggerlo e portargli via tutto quello che ama. Angelique è la tipica femme fatale, una strega che perseguita i suoi nemici senza pietà. Non è un’eterea fanciulla ma una cacciatrice di uomini, i suoi appetiti sessuali, il suo diabolico amore per Barnabas motivano ogni suo gesto. Barnabas è un eroe molto distante dell’uomo buono, dal paladino dei romance presente in molte opere del genere gotico. È maledetto, immortale ma già morto. È un vampiro, emblema del male, servo di satana, affascinante e irresistibile per le sue vittime. S’innamora di Victoria, una ragazza che ricorda molto le donne amate dai poeti dell’amor cortese. La donna angelo è una fuggitiva, una ragazza scappata da un manicomio nel quale era stata rinchiusa dai suoi famigliari che non credevano potesse parlare con gli spiriti. In questi personaggi, Bene e Male si confondono senza speranza di equilibrio. Anche la casa dove abitano i Collins appare sia come una prigione buia e dalla quale non c’è scampo, sia come rifugio dal mondo esterno, ricordando molto i castelli dei romanzi gotici, insieme luoghi dominati da un tiranno e estrema difesa dell’uomo contro la volubile e terrificante natura.
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Uscita nr. 34 del 20/06/2012 |