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Quest’estate in Ucraina si svolgeranno i Campionati europei di calcio. Il paese ospitante, che dividerà questo onore con la Polonia, ha incontrato molte difficoltà nella preparazione del torneo. La prova più lampante che l’Ucraina non fosse pronta per un impegno simile è la terribile mattanza di cani e gatti randagi in atto nel paese. Il problema del randagismo è presente da almeno trent’anni. Questo è confermato sia dal responsabile OIPA (www.oipa.org/italia) in Ucraina, il signor Andrea Cisternino, che dall’ufficio stampa dell’ambasciata ucraina in Italia. Quando però il governo ha vinto la gara per l’organizzazione di Euro 2012, due anni fa, è diventato prioritario ripulire le strade. Secondo l’addetto stampa dell’ambasciata, fu il Ministero della salute a decidere la linea da seguire: un premio in denaro ad ogni cittadino che uccidesse un randagio. Nel novembre 2011, sotto le pressioni della comunità internazionale e dopo la debole presa di posizione dell’Uefa (l’organo governativo del calcio europeo), il Ministro della protezione ambientale ha ordinato lo stop del massacro. Tuttavia Cisternino continua a documentare mattanze giornaliere “Non è cambiato niente. I randagi vengono uccisi nei modi più atroci: a colpi d’arma da fuoco, avvelenati, sgozzati o addormentati e poi sotterrati vivi.” I carnefici sono sia cittadini comuni, che pubblici ufficiali. Secondo Cisternino, il governo favorisce le uccisioni fomentando la paura dei cittadini. La stampa ufficiale, come l’addetto stampa dell’ambasciata, parla di “cani aggressivi e di una possibile epidemia di rabbia.” Il referente OIPA considera false queste voci ed ha anche partecipato a una trasmissione televisiva ucraina per smentirle.
Altra questione su cui le due fonti differiscono, riguarda la costruzione di canili nelle diverse aree urbane, in particolare a Kiev. Dall’ambasciata affermano: “Il sindaco di Kiev ha annunciato di aver già stanziato dei fondi per la costruzione di canili, per rispondere al problema del randagismo e ripulire in modo più umano le strade.”. Andrea Cisternino delinea un'altra realtà: “Non c’è niente in costruzione. Molti dicono di aver ricevuto soldi tramite donazioni, ma non c’è nulla in cantiere. Tra i cani uccisi ci sono anche quelli sterilizzati, che portano un collare rosso e che sono accuditi dai volontari. Succede anche che siano uccisi cani di proprietà”. Secondo l’OIPA, inoltre, nei canili in preparazione i randagi dovrebbero essere sistematicamente soppressi, non sterilizzati. Altri paesi della comunità europea sono multati solo per la presenza di questi canili della morte. Prima di terminare l’intervista telefonica, a titolo personale, senza voler comunicarci le proprie generalità, l’addetto stampa dell’ambasciata ci dice: “Quello che sta accadendo nel nostro paese è disumano. Il problema del randagismo era presente da tempo, ma la preparazione ad Euro 2012 ha portato ad una soluzione terribile.”.
L’Ucraina ha puntato molto sull’organizzazione di Euro 2012. Il torneo dovrebbe essere l’inizio di un percorso di rilancio dell’economia. Nuovi posti di lavoro, molti turisti che potrebbero decidere di ritornare anche dopo la manifestazione, investimenti di società straniere, l’immagine di un paese moderno. Adesso tutto è messo in discussione. Per questo la vergogna dell’addetto stampa è a titolo personale. Il governo ucraino sta tentando di soffocare la protesta e ridimensionare il problema. Un paese in cui cani e gatti sono perseguitati non offre un’immagine di sé positiva, un governo che per organizzare un torneo di pallone è costretto a ripulire le strade col fucile, difficilmente risulterà un partner economico efficiente e moderno. Purtroppo l’incapacità dello Stato ucraino era facilmente pronosticabile, ma per due ragioni è stata ignorata. La prima deriva dalla visione democratica del calcio di cui si fa portatore le Roi, al secoloMichael Platini ed attuale presidente Uefa. La nobile intenzione di aprire le porte del business del pallone a tutti i paesi europei è lodevole, ignorare la realtà, ancor di più se a farlo è un organo governativo (sportivo o meno), è un grave errore. La seconda ragione è rappresentata dagli interessi internazionali, perché, indipendentemente dalla durevolezza dell’investimento, un evento di questa portata, in un paese smanioso di nuova ricchezza, è certamente un’occasione importante di guadagno, derivato dallo sfruttamento disinteressato del territorio. Per questi motivi l’Uefa è stato così blando nell’affrontare la questione, e per gli stessi motivi si preferisce sostenere la politica di contenimento danni (d’immagine, non ambientali) perpetuata dallo Stato ucraino.
L’ufficio stampa dell’Uefa non risponde alle nostre domande. Ci rivolgiamo allora al CONI, il Comitato olimpico italiano, per sapere se abbia già preso una posizione ufficiale riguardo alla questione o se siano in programma delle forme di protesta. Anche in questo caso nessun commento. Accetta di parlare Diego Antenocci, addetto stampa della Figc (Federazione italiana giuoco calcio, ndr).
“Qual è la posizione della Figc rispetto alla mattanza di cani e gatti in Ucraina per ripulire le strade in vista di Euro 2012? Sono previste iniziative di protesta in questo senso?” prima di rispondere il signor Antenocci afferma “Sa, ci sono molte aziende italiane in Ucraina …” poi si ferma e ricomincia “ Né il CONI, né il Governo, né l’Uefa ci hanno detto nulla. Non abbiamo avuto indicazioni riguardo alla questione, quindi non abbiamo una posizione ufficiale.”. Il Governo italiano recentemente ha contattato Andrea Cisternino per avere notizie certe sulla situazione in loco. “Stanno vedendo come muoversi” dice il referente OIPA “ma so che hanno già inviato una lettera al governo ucraino e ora stanno cercando di coinvolgere altri partner europei.”
Questa terribile situazione spaventa per la lentezza con la quale la comunità internazionale e il mondo dello sport si sono mossi per affrontarla, ma deve essere capita in tutta la sua complessità. Oggi in Italia si parla molto della possibile candidatura di Roma ad ospitare le Olimpiadi del 2020. Il presidente del CONI Gianni Petrucci ha affermato: “Il Governo deve appoggiare la candidatura di Roma. Se un paese come la Spagna, economicamente non superiore a noi, può ospitare un Olimpiade, perché l’Italia non dovrebbe farlo?”. Queste sono dichiarazioni pericolose, perché semplificano un problema complesso. Madrid e Barcellona gestiscono i flussi turistici in modo molto diverso da Roma. Le uniche due linee della metro capitolina collegano la città in maniera insufficiente. Preservare i monumenti è un’impresa. La crescita continua del numero di turisti non comporta un aumento proporzionale dei posti di lavoro in ambito turistico. Le emergenze ambientali sono gestite disastrosamente. Roma sarebbe in grado di sopportare l’impatto ambientale causato da un grande evento come un’Olimpiade? I benefici economici sarebbero durevoli e a tutti i livelli o ci guadagnerebbero solo grandi società multinazionali, lasciando al popolo italiano le briciole?
Sono considerazioni e domande legittime. Chi si occuperà della questione dovrà affrontarla nel modo giusto, analizzando approfonditamente ogni aspetto, sia quelli positivi, che quelli negativi. L’assegnazione delle Olimpiadi del 2020, e di ogni altro grande evento sportivo, non dovrà essere semplicemente una gara, ma una riflessione, priva di preconcetti, sulle reali possibilità dei canditati di organizzare nel modo migliore l’evento. Solo così sarà possibile evitare che la raccapricciante vicenda ucraina si ripeta altrove.
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