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ADDIO A CLAUDIA GIAN FERRARI Ernesto Damiani |
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Claudia Gian Ferrari era figlia d'arte e aveva ereditato la passione per l'arte dal padre Ettore, famosissimo gallerista milanese, che aveva aperto il suo spazio espositivo già nel lontano 1936. Tra i principali protagonisti della scena artistica dell'epoca, Ettore Gian Ferrari era stato anche Direttore dell’Ufficio Vendite alla Biennale di Venezia, e forse grazie anche a questo ruolo aveva potuto creare nel tempo una spettacolare Collezione d'arte moderna, che era poi passata alla figlia Claudia. Alla morte del padre, Claudia, laureatasi in lettere e già contitolare della Galleria dal 1974, aveva continuato la conduzione la Galleria, che si era caratterizzata come uno dei capisaldi del Novecento storico italiano. Anche in questi ultimi anni, quando dopo il giro di boa dell'anno 2000, era parso evidente a tutti il cambio di gusto del mercato dell'arte italiana, che privilegiava l'arte del Secondo Dopoguerra (astratto e informale, lo Spazialismo di Fontana e le provocazioni di Manzoni) assieme ai più recenti sviluppi post-anni '60, (la Pop Art diSchifano e Festa, la Transavanguardia di Chia, Clemente, e Paladino, e soprattutto l'Arte Povera e Concettuale in genere, con Boetti in primis), lo stand di Claudia Gian Ferrari, sempre presente al principale appuntamento fieristico di Bologna, continuava ad essere il punto d'incontro di chi voleva gustare il Novecento Italiano di Sironi e De Pisis, di Marussig, Tosi e Ubaldo Oppi, tra gli altri. Altro aspetto caratterizzante della sua attività di gallerista era l'interesse per la scultura. Significativamente, proprio in questi giorni era stata programmata una mostra sulle ceramiche di Lucio Fontana. Accanto all'attività di gallerista, la Gian Ferrari aveva portato avanti con intensità il suo lavoro di Storica dell'arte, che si era concretizzato nell'organizzazione in spazi museali di numerosissime mostre su De Pisis, Tosi e Arturo Martini, tra gli altri. Di quest'ultimo, in particolare, è d'obbligo citare almeno la grande antologica tenutasi a Milano dal 7 novembre 2006 al 4 febbraio 2007 e che appunto vide Claudia Gian Ferrari co-curatrice assieme a Elena Pontiggia e a Livia Velani. L'altro significativo aspetto della sua attività di Storica dell'arte era la cura dei Cataloghi ragionati degli artisti novecenteschi, uno strumento fondamentale non solo per gli storici, necessario per ricostruire in pieno l'attività degli artisti, ma anche per i Collezionisti, a garanzia dell'autografia delle opere e a tutela del loro investimento economico. In questo settore i contributi di Claudia Gian Ferrari sono stati molti e rilevantissimi. Nel 1998, assieme a Gianni Vianello e Nico Stringa, la Gian Ferrari aveva dato alle stampe il Catalogo ragionato delle sculture di Arturo Martini, che seguiva e sostituiva il vecchio catalogo del Perocco. Nel 2006, per i tipi della Silvana editoriale aveva pubblicato il Catalogo generale dei dipinti di Piero Marussig. Infine, proprio in questi giorni, era stata pubblicata l'ultima fatica, il Catalogo generale delle opere di Fausto Pirandello, per i tipi dell'Electa. E proprio in coincidenza con questa pubblicazione, Claudia Gian Ferrari nei mesi scorsi aveva aderito alla proposta di Andrea Camilleri e del sindaco di Porto Empedocle, Calogero Firetto, di organizzare una mostra su Fausto Pirandello (Fausto Pirandello – Ritorno alla marina, dal 23 gennaio al 6 aprile 2010) nel luogo d’origine della famiglia Pirandello, e nonostante la malattia, il 16 dicembre Claudia Gian Ferrari era intervenuta a Roma alla presentazione dell’evento presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Il futuro prevedeva un compito impegnativo, l'aggiornamento del Catalogo generale delle opere di Filippo De Pisis, un lavoro quanto mai richiesto dal mercato, vista la massiccia presenza di opere non autografe del maestro ferrarese. Chi voglia avere la percezione dell'arte che piaceva a Claudia Gian Ferrari non ha che da recarsi a Milano, a visitare la Villa Necchi Campiglio, la residenza costruita nel 1935 da Piero Portaluppi per le sorelle Gigina e Nedda Necchi e per Angelo Campiglio, marito di Gigina. La Villa, un gioiello del Razionalismo anni Trenta, è di proprietà della Fai, ed è oggi una della tappe del circuito milanese delle case museo, che comprende anche il Museo Bagatti-Valsecchi, la casa dei coniugi Boschi e il Museo Poldi-Pezzoli. Quando ebbe diagnosticata la prima malattia, poco prima di partire per gli Stati Uniti per farsi curare, Claudia Gian Ferrari aveva destinato proprio alla Fai i principali capolavori della sua collezione di famiglia non senza una qualche intenzione polemica verso lo Stato italiano. Così, oggi chi vuole ammirare L'amante morta, o Busto di fanciulla, due dei capolavori di Arturo Martini, li può trovare in questa meravigliosa Villa, assieme ai de Chirico, Sironi, De Pisis e Morandi che Ettore prima e Claudia Gian Ferrari poi avevano raccolto con la cura, passione e dedizione che solo il vero Collezionista può mettere nella costruzione della sua collezione. E proprio a Villa Necchi, non casualmente credo, Claudia Gian Ferrari ha detto addio alla vita, in mezzo a quelle opere che tanto aveva amato e che rimarranno a testimoniare il suo nome a quanti ne potranno usufruire in futuro, grazie a lei.
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Uscita nr. 05 del 20/01/2010 |