:: RECENSIONI | ||
BERNADETTE E LOURDES |
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Franco Vaudo è un giornalista di grande spessore, che fa il suo esordio nel 1958 giovanissimo, ne “la Voce Repubblicana” e poi passa una vita da inviato e corrispondente in Europa, Africa, Medio Oriente, America Latina per testate quali “Lo Specchio”, “Radio Svizzera Italiana”, “L’Europeo”, “Panorama”. Alla carriera giornalistica unisce un’intensa attività di scrittore. A Cennamo piace riconoscerlo come un “mazziniano d.o.c.”; questa definizione si ispira al fatto che Vaudo, come Mazzini, fa propria l'idea di nazione. Auspica la convivenza pacifica fra i vari popoli, professandosi un uomo di religione civile, raccogliendo nel concetto di democrazia l’ideale di liberta nella sua più ampia accezione. Michele Cennamo, giornalista e scrittore, inviato speciale per “Avvenire”, dopo aver lavorato a “Il Tempo” a “Momento Sera” è stato vaticanista per “La Domenica del Corriere”. Ha al suo attivo la pubblicazione di più di venti libri, alcuni dei quali realizzati a “quattro mani” con Franco Vaudo. Cennamo è un uomo che, per carattere e per la sua personale visione delle cose del mondo, potremmo collocare su di un piano diametralmente opposto; usando una semplice metafora i due autori sono due osservatori delle vicende della vita e della cultura che scrutano le stesse realtà da due sponde opposte dello stesso fiume. Cennamo è un giornalista che vive la sua professione proteso verso due grandi aspirazioni, due immagini della stessa medaglia, quella di “giornalista ortodosso” e di “scrittore sognatore” che vede nella concretezza del libro la sua naturale realizzazione. Ecco quindi che due intellettuali, con una diversa natura, trovano il sentiero della complementarietà dando vita ad alcuni lavori perfettamente calibrati. Questo libro nasce su iniziativa di Michele Cennamo ed è il frutto di un’intensa passione protesa verso quella imperscrutabile dimensione spirituale che è parte della natura stessa dell’uomo. E la vicenda di Bernadette è tra gli esempi più luminosi di questo nostro misterioso legame con il trascendente, o se preferite con il divino. In questo libro non vi è desiderio, da parte degli autori, di approfondire, di fare chiarezza nè tanto meno di aggiungere qualcosa a ciò che già è stato scritto su questa vicenda. Il romanzo nasce dall’idea di trasferire il resoconto della vita di Bernadette, ormai già parte della Storia, in una narrazione vissuta e raccontata da un uomo, un giovane professore, del quale gli autori hanno volontariamente omesso il nome, che per ragioni di studio si trova non lontano da quel remoto angolo nei Pirenei. Ed è solo la curiosità a farlo arrivare a Lourdes, curiosità che è propria di quegli intellettuali che si arrendono con facilità alla seduzione per le cose insolite. Così di colpo si viene a trovare in qualche modo al centro di un acceso dibattito che nel breve riecheggerà poderoso come un tuono in tutto il mondo cattolico. Ecco dunque che, da un desiderio di percorrere gli indecifrabili sentieri della natura umana, gli autori trasferiscono in quel giovane le loro segrete pulsioni. Fedeli all’ideale di concepire l’informazione solo come verità narrata e non surrogato delle proprie posizioni politico culturali, danno vita ad un personaggio che deve obbligatoriamente stare al di sopra delle parti, raccontare tutta la storia con professionale distacco, senza cedere il passo a nessun tipo di sentimento. Un “giornalista per caso” che involontariamente si trova a condividere una di quelle storie meravigliose che accadono assai di rado. Dalla penna immaginaria di questo professore, esce un racconto vivido ed appassionante che prosegue nelle memorie del figlio, così che anche gli accesi dibattiti che si svilupparono negli anni, la beatificazione di Bernadette nel 1925 e la sua canonizzazione nel 1933 trovano un fedele resoconto. Come dicevo, gli autori non giudicano e non offrono interpretazioni, si limitano – dopo un accurato e imparziale lavoro di raccolta delle fonti durato cinque anni – a ricostruire la storia di una fanciulla, di un’epoca e di un ambiente, Lourdes, nel quale si sono verificati eventi straordinari o quanto meno inconsueti. Direi che è una scelta accattivante: lasciare che il lettore formuli una sua opinione riguardo ai fatti che vengono qui raccontati semplicemente, senza forzature né retorica, tanto che il fruitore ha quasi l’impressione di essere lui stesso parte della storia. E così, senza inutili lungaggini, l’ambiente ed i personaggi descritti emergono di volta in volta come se fossero delineati con brevi tratti di penna, decisi ma essenziali, lasciando ancora una volta al fruitore di completare il tutto. E’ lieve questo ruolo, appena sfumato. Piano piano, scorrendo le righe di questo libro, si fa strada la figura di una fanciulla ingenua e forte al tempo stesso, semplice ma decisa, essenziale e diretta. E’ come se Bernadette riportasse la santità ad una semplicità primitiva. La sua preghiera, la sua onestà, la sua tenacia a non cedere alle lusinghe del potere, ne fanno una Santa molto particolare: la figura ideale di mediazione con il divino. Bernadette percorre la sua esperienza terrena, pur difficile e spesso molto dolorosa, con passo lieve, quasi come se rifiutasse il suo ruolo ma al tempo stesso con letizia, confortata solo dalla sua Fede e con la gioia che sa trasmettere a chi le sta vicino. A Lourdes pare che la sua presenza non sia più necessaria nel momento in cui ci si accorge dei poteri miracolosi dell’acqua, il suo compito lì è finito; ecco che può ritirarsi in convento e passare il resto della sua giovane vita ad aiutare coloro che soffrono, in solitudine e lontana dal mondo. Devo confessare che, prima di leggere questo lavoro, non conoscevo a fondo questa storia; questo libro ha costruito nella mia mente un’immagine di questa notissima vicenda finalmente chiara, scevra da tutte quelle contaminazioni emotive, spirituali, religiose che in qualche modo, nel bene e nel male, ci possono portare a trascurare, o a non osservare, taluni aspetti della vicenda che è bene siano visti con distacco. E questa impostazione data dagli autori risulta tanto appropriata quanto onesta, affinchè il lettore scivoli dolcemente sulla vicenda senza alcuna pressione dalla quale debba scaturire di necessità una determinata posizione ideologica. Questo libro è come un piccolo seme che, depositato nella mente di chi si avvicina a questa storia, può germogliare in differenti modi, con colori e forme diverse; Bernadette e Lourdes sono come un leggero soffio di brezza che in apparenza lieve, porta in sè il poderoso fondamento della santità. |
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